Giovannino
Ennio Rega
Mi portava in sella fiero su una moto corvo sparviero
Ma lui aveva unghie di chi il sandalo lo porta poco
Spasimava per una polacca nuda come un ombrello
E a lui sembrava un abasciur
Non si viveva di fantasia nel villaggio di giovannino
Così di buona compagnia baffo biondo
Il muratore ridotto a tirare una carretta
Unta di grasso e di frizioni volani
Salvava cambi e freni e
Dischi cercava ferro vecchio al mazzo
Che ammucchiava su uno spiazzo
Di calce spenta e rena
La sua vita non ne valeva la pena
E fu così che all'alba
Nel cielo vide un gancio la corda passò
Come il filo nell'ago cadde solo un po' d'acchitto
La sera nel bar si accesero altre sigarette
Altre birre si giocarono a tressette
Bevi tu bevo io tra noccioli di mandorle
Si diceva può succedere a chiunque
D'innamorarsi di una puttana
Baffo biondo l'oasi lei il deserto di sale
Per esprimere il vuoto avevano bisogno
Dello stesso materiale si diceva
Dell'amore nella feccia dietro al faro sulla breccia
Sullo spiazzo dietro i ponti dei due cuori inverecondi
Di quella fine all'alba non tornavano i conti
Non era un uomo tragico giovannino dei bassifondi
Anche se era migliore del suo dio
E noi non sappiamo se fu un delitto
E non vogliamo giudicare
Cosa sia pio e cosa empio
Cosa sia equo e cosa iniquo
Del buono del giusto del più o meno perfetto
Dio si occupi del reietto
Dell'intera umanità e non del prediletto
Colonne di fumo salivano
All'alba come foreste di torri
Roghi e falò lontani lucignoli di lampada
Ad olio bella la vita un vizio
L'alba abbacinava come un supplizio
Si diceva può succedere...
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